13 marzo 2012

CACCIA GROSSA il video



Ed alla fine caccia, e grossa è stata!!! Dopo la sequenza fotografica, segue, con un pò di ritardo, il video del tour! Una susseguirsi davvero impressionante ma piacevole ed entusiasmante di passi alpini, alcuni famosissimi, altri un po’ meno, in uno dei contesti naturali più belli e scenografici del mondo: le Dolomiti. Un piccolo gruppo affiatato, impegnato in una quattro giorni full-immersion per un corso accelerato in una delle migliori università della piega che il nostro paese può offrire al mototurista!! Una ricetta semplicissima: gioia di guida, buona cucina, paesaggi spettacolari, accompagnati da uno splendido sole di un fine settembre con poco traffico.


I passi
Alla fine sono stati soddisfatti davvero tutti i gusti: tortuosi, angusti, veloci, con pendenze da arrampicata, panoramici, immersi nei boschi, pieni di tornanti, con rapide curve da raccordare fluidamente, scavati nel crinale delle montagne o affacciati su vallate bucoliche, vertiginosamente sprovvisti di parapetti. I veri protagonisti dell’itinerario, i valichi delle montagne venete, splendidi esempi di viabilità, soprattutto se percorsi in moto.

Il nome Dolomiti è dovuto alla denominazione delle rocce che costituiscono la principale caratteristica della regione: le dolomie sedimentarie formatesi durante il Triassico, da 230 a 195 milioni di anni fa. Queste fantastiche montagne hanno da sempre colpito i sensi e l’immaginazione degli abitanti e dei visitatori delle sue profonde valli solcate da spumeggianti torrenti, e ciò è dovuto soprattutto alla grande varietà del paesaggio, in cui imponenti massicci rocciosi dalle forme cupolose e scure, si alternano a torri e guglie altissime con pareti di roccia di un bel colore bianco rosato, che assume diverse colorazioni a seconda dell’ora della giornata.

Una delle poesie raccolte nel libro “Malgrètes” di Dino Dibona, scrittore e poeta nato a Cortina D’Ampezzo, docente universitario e profondo amante e conoscitore di queste montagne, che ben rappresenta nelle sue opere.    

Montagne dalle alte cime uscite dal mare
vegliano sulle valli coperte da boschi e prati
e le nuvole fatte per chi le sa guardare
sospinte dolcemente dal vento

scendono là dove non sin possono accarezzare.

Solitario e taciturno, m’incammino a passi cadenzati
sul sentiero seminascosto dagli aghi dorati
ascoltando il respiro delle ninfe addormentate
lieve come la brezza nei lariceti
dolce come il canto delle fate.

Dagli alberi dai rami quasi spogli
giungono suoni improvvisi
e là dove alzo lo sguardo
vedo la luce nell’aria simile a lame di coltelli
attraversata da brevi e fugaci voli d’uccelli.





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